L’ascolto di Heritage, debutto della one-man band Heathen Rites (dietro questo nome si nasconde Mikael Monks, ex Burning Saviours AD), può lasciare interdetti se non ci si approccia al disco con il giusto piede: ma andiamo con ordine. Le note dell’etichetta parlano di doom ispirato al folklore nordico e a antichi paesaggi, un inno alla natura e alla storia del nord con, musicalmente parlando, echi di proto-metal nostalgico, doom (appunto), folk e blues americano. In realtà lungo le sette tracce che compongono il lavoro è solo il doom canonico a farla da padrone, quello epico e solenne di scuola Candlemass o Pentagram: a tratti certe parentesi possono portare alla mente i Black Sabbath (era Dio/Martin) o gli Uncle Acid, ma oggettivamente di folk e atmosfere nordiche non c’è molto da segnalare, almeno da un punto di vista delle melodie e delle atmosfere (non possiamo ancora pronunciarci invece sui testi e sulle tematiche trattate).
Ciò detto, approcciandosi al disco avendo ben chiari questi punti, quello che abbiamo davanti è un buon lavoro di doom classico, che sfrutta giri di chitarre avvolgenti e una batteria cadenzata e tellurica per trasportare l’ascoltatore in un’atmosfera notturna e oscura. L’interpretazione vocalica di Mikael Monks è un altro dei cavalli di battaglia e punti forti di Heritage, perfetta per il genere proposto e prestante in tutte le soluzioni canore adottate. Il doom che permea tutto il lavoro alterna momenti più riflessivi e melodici, come quelli presenti nel singolo “Midnight Sun”, probabilmente tra i pezzi meglio riusciti nell’album, a cavalcate più ritmate e incalzanti come in “The Sons of the North”: la durata dei pezzi è sorprendentemente breve, attestandosi sui quaranta minuti scarsi totali, ma ciò va a beneficio della fruibilità della proposta, che si rivela così immediata e molto godibile.
Heritage non verrà sicuramente ricordato come una perla del doom epico, né come il disco perfetto per rievocare il folklore norreno, eppure ha qualche freccia al suo arco in grado di fare breccia nei cuori degli amanti di certe sonorità. Si merita dunque la vostra attenzione, e probabilmente ascoltato di sera, quando le temperature sono più basse e le tenebre sono calate, potrebbe rivelarsi come un’esperienza sonora interessante.
(Svart Records, 2021)
1. Eternal Sleep
2. Midnight Sun
3. Autum
4. Gleipner
5. Here Comes The Night
6. The Sons Of The North
7. Kulning