La scena black metal francese è sempre stata avvolta da un alone di mistero, fin dai propri inizi con la nascita del movimento delle Légions Noires (durato dai primissimi anni ’90 fino al 1997), di cui facevano parte Belkétre, Black Murder, Mütiilation e Vlad Tepes; piano piano, negli anni ’90 nacquero sempre più band nel nome del nero metallo, prima Blut Aus Nord e Nehëmah, poi Belenos, Merrimack, Osculum Infame e Seth.
Proprio questi ultimi si contraddistinsero particolarmente per un symphonic black metal in lingua madre dal gusto decadente e romantico, riscontrabile nel debutto Les Blessures De L’Âme. Con alti e bassi ed il passaggio all’inglese come lingua di comunicazione, la band ha proseguito la propria carriera fino al 2013, attraversando vari cambi di line-up. Poi il silenzio ha avuto il sopravvento, almeno fino a quest’anno.
Con una copertina di forte impatto, raffigurante la Cattedrale di Notre-Dame in fiamme, La Morsure du Christ (il morso di Cristo), pubblicato dalla francese Season Of Mist, rappresenta un ritorno in grande stile per la band capitanata dal mastermind Heimoth; tornando alla copertina, il simbolo di una chiesa in fiamme ci riporta indietro con il tempo ai fantastici anni ’90, periodo d’oro del black metal, ma simboleggia anche il decadimento della spiritualità e di una religione mai così a livelli bassi come ora.
Coadiuvato dal fedele batterista Alsvid, questa volta Heimoth ha reclutato quattro nuovi componenti: Saint Vincent (Vorkreist e Blacklodge) alla voce, Drakhian (ex Loudblast) all’altra chitarra, Esx Vnr (anch’esso nei Vorkreist) al basso e Pierre Le Pape (Embryonic Cells) alle tastiere; il risultato sonoro è un album black metal elegante, sinfonico, drammatico, senza però perdere in aggressività e in malvagità, dove la decadenza e il macabro vanno a braccetto con la teatralità.
Come si evince dal testo, La Morsure Du Christ è per i Seth un ritorno alla lingua natìa, più precisamente il classico alessandrino francese (come dichiarato da Saint Vincent), rendendo omaggio alla vecchia poesia francese e più in particolare a Charles Baudelaire e riportando alla luce l’originale spirito della band, rappresentando un romantico revival per chi li segue dagli esordi e un ricorso storico per chi li ha apprezzati solo recentemente; i testi trattano tutti lo stesso concept, ossia la fine di una religione in coincidenza con la fine di un’era (scandita dall’avvento della pandemia globale), e ci si possono trovare odio, blasfemia e puro sentimento nero mentre le atmosfere mutano continuamente forma.
Questo album rappresenta forse il miglior episodio della discografia della band; La Morsure Du Christ è un disco aggressivo, grazie alla voce di Saint Vincent (nessuno dei cantanti precedenti era mai stato tanto maligno) e alla compattezza del suono, ma anche le tastiere hanno il proprio valore figurando più marginali rispetto al passato, favorendo così l’epica irruenza; i Seth sono sempre stati una band dinamica, sempre in evoluzione e mai ancorata agli stilemi del symphonic black metal, ma questa decisa retromarcia ottiene l’effetto di un album praticamente perfetto.
La title-track, posta all’inizio dell’album, ci sbatte in faccia un blocco nero di violenza, mescolando il black metal degli albori della band con richiami ai Dissection e lampi di epicità e melodia inaudite; “Métal Noir”, dal titolo emblematico è una nera cavalcata epica che unisce il sentimento alla forza schiacciante, così come “Les Océans Du Vide” (Oceani di vuoto), dove il romanticismo di una fisarmonica dialoga con la veemenza del blast beat nel cuore del brano, tanto aggressivo quanto sensibile. “Sacrifice De Sang”, “Ex-Cathédrale” (gioco di parole a sfondo religioso) e “Hymne Au Vampire (Acte III)” (terzo capitolo della trilogia, di cui i primi due brani erano presenti nell’album di esordio Les Blessure De L’Âme) sono più riconducibili alle coordinate tipiche del symphonic black metal, visto però con la maestria dei Seth, tra melodia e malinconia, alternando la furia tagliente al pathos delle aperture più armoniose. La chiusura del disco, in pieno accordo con il percorso di decadimento e la fine della religione, non poteva che essere affidata a “Le Triomphe De Lucifer”, dall’atmosfera tragica e drammatica, giusto epilogo dell’album.
La Morsure Du Christ è un disco emozionante e coinvolgente dal primo all’ultimo dei suoi 53 minuti di durata, apprezzabile sia dagli amanti del black metal ma anche da chi non è avvezzo al genere; la scena black metal francese ha ritrovato uno dei propri capisaldi, su questo non c’è nessun dubbio. Dopo questa prova di forte impatto non ci resta che vedere cosa attende i Seth nel loro cammino verso il trono di Satana. Ma intanto la fiamma nera arde sempre più alta e questo grazie ai Seth!
(Season Of Mist, 2021)
1.La Morsure Du Christ
2.Métal Noir
3.Sacrifice De Sang
4.Ex-Cathédrale
5.Hymne Au Vampire (Acte III)
6.Les Océans Du Vide
7.Le Triomphe De Lucifer