Rotting Christ, Varathron, Necromantia sono solo alcuni nomi di band che appartengono alla florida scena black metal greca, sempre originale e innovativa. Questo già ampiamente soddisfacente 2021 ci permette di conoscere una nuova band proveniente da Atene, gli Svartulven.
I nomi dei componenti della band sono avvolti nel mistero e si conoscono solamente le loro iniziali: T.G. alla voce, C.P. alla chitarra, F.N. al basso e J.V. alla batteria; gli Svartulven nascono nel 2017 ed iniziano subito il processo di composizione del materiale, processo che vede la propria conclusione nel 2020, quando le composizioni non vengono solo terminate, ma anche registrate.
In questo 2021 Ruins of Desolation, Transcendence for the Other Side, debutto assoluto della band, vede la luce grazie all’etichetta The Chalice Productions, che lo ha pubblicato su Digi CD, LP e digitale. Quello proposto dagli Svartulven è un black metal ortodosso ma moderno, crudo ma melodico, sullo stile dei norvegesi Misotheist e dei tedeschi Ascension, un sound occulto e mistico che emerge dalle sette tracce che compongono questo album, per un totale di quasi 40 minuti; i loro testi affrontano i temi più oscuri ed enigmatici che affliggono l’umanità, come l’orrore cosmico di deriva lovecraftiana, la religione, la mitologia, l’occultismo e il misticismo, accompagnati da malvagie trame chitarristiche, passaggi dissonanti, melodie oscure e disperate, voci profonde e mostruose che sembrano provenire direttamente dall’Ade e blast beat furenti.
Ogni brano coglie nel segno e scaraventa l’ascoltatore in un incubo ad occhi aperti, dove tentacoli di divinità primigenie fuoriescono dagli abissi cosmici più profondi con il compito di torturare e suppliziare, ma gli episodi più significativi sono: “Therianthropic Metamorphosis”, dove riff melodici e malinconici si uniscono a suoni dissonanti e ad una batteria sempre pronta a spaccare crani, sia in blast beat che in momenti più ragionati, e dove gli Svartulven si concedono un finale in stile post-black; la successiva “The Parable of Abel”, piccolo concentrato di tutti gli elementi vincenti nel black metal, tra momenti riflessivi e accelerate improvvise, riff stridenti e tremolo melodici; “Herald of Eternal Damnation”, in cui il mid-tempo iniziale prende velocità sempre di più per trasformarsi un classico blast beat a velocità smodata, dove si ode anche la voce pulita in versione quasi rituale, prima di rallentare nuovamente prima della fine e la conclusiva “The Crystal Scythe of the Old”, dove il misticismo cosmico del titolo prende vita nella solita alternanza mid-tempo/blast beat, con un’atmosfera di puro e viscerale terrore che permea da ogni singola nota.
Menzione d’onore per la voce di T.G., molto versatile all’interno di ogni brano, rendendoci partecipi della sofferenza e dell’orrore che gli Svartulven ci vogliono narrare, somigliando in alcuni frangenti ad un pezzo grosso come Attila Csihar dei Mayhem.
Questo Ruins of Desolation, Transcendence for the Other Side è un ottimo album black metal suonato con gli attributi, piazzandosi nell’esatto centro tra la vecchia scuola e l’innovazione più recente, e gli Svartulven sanno trascinare l’ascoltatore dosando bene atmosfera, violenza, melodia e dissonanza, entrando con il loro album di debutto a pieno merito nell’élite del genere
(The Chalice Productions, 2021)
1. Witness of Fire Beyond
2. Svartulven in Twilight
3. Therianthropic Metamorphosis
4. The Parable of Abel
5. Herald of Eternal Damnation
6. Feast for the Black Earth
7. The Crystal Scythe of the Old