Cosa succede se prendi il sound stregonesco e roccioso dei Black Sabbath più classici e lo unisci all’acidità dei primi Khanate? E se poi ci aggiungi anche una sana passione per il cinema horror e tutta la sua iconografia? È una risposta semplice: ottieni un piccolo gioiello grezzo come Impeding Doom, il debutto degli Endtime e una cosa del genere solo per Heavy Psych Sounds poteva uscire.
Voglio andare con ordine. La cover art ad opera di Robert Sammelin è qualcosa di meraviglioso che sprigiona un senso cinematografico indescrivibile con uno spirito stineiano impagabile. Quella casa infestata con quella creatura lovecraftiana sullo sfondo sono meravigliose e l’idea di mettere i credits come se fosse la locandina di un film è geniale. Ma andando al reparto sonoro, quello che sentiamo è un sound rabbioso e caustico, fatto di riff che sembrano scritti da un Toni Iommi dopo una notte passata tra incubi e paralisi notturne, stessa cosa vale per la sezione ritmica, certo il tutto non puzza di copia e incolla, assolutamente no, quanto più che altro del sano omaggio a un sound primitivo. La voce non potrebbe essere più lancinante di così, Christian Chatfield è un urlatore senza criterio che non si preoccupa se il risultato è estremamente acido, forse è proprio questo l’intento. Ed è difficile prendere un pezzo in particolare e dire “ecco, questo è il migliore di tutto il disco”, non è possibile perché l’intero lavoro è devastante e si “riduce” a un macigno pesante e doloroso, fatto di spine velenose e racchiude dentro di sé spiriti di entità antiche e diaboliche. La potenza di Impeding Doom risiede nella scrittura, in quanto non vanta una progressione vera e propria, ma una lunga sequenza all’apparenza interminabile di accordi suonati in maniera ossessiva per martellare l’udito dell’ascoltatore. Soluzioni compositive che si rifanno alla musica cinematografica di un epoca in cui in particolare Vincent Price e Peter Cushing e in generale la Hammer Film Productions erano padroni indiscussi del genere. Un dettaglio che mi ha colpito molto di questo disco anche considerando il genere che solitamente cerca di rendere il tutto più atmosfericamente immersivo possibile è il fatto che all’infuori della musica non c’è nulla, niente intro, niente intermezzi, niente outro. Solo ed esclusivamente doom metal di una causticità unica. E questo basta e avanza.
Non c’è dubbio che Impeding Doom alla lunga andrà a finire nel calderone con tutti gli altri che solo pochi hanno ascoltato e se li ricorderanno in futuro, ma finché è fresco gustatevelo senza sosta. Questo è un lavoro che amanti di Black Sabbath, Khanate e Vokonis posso solo amare alla follia.
(Heavy Psych Sounds, 2022)
1.Harbinger of Disease
2.ICBM
3.They Live
4.Cities on Fire With The Burning Flesh of Men
5.Living Graves