Classici ne abbiamo? Ma certo che ne abbiamo. I colossi del death metal olandese, i God Dethroned hanno deciso di rimettere in giro un caposaldo del genere, uno di quei lavori che hanno messo le basi di un determinato modo di intenderlo. The Christhunt all’epoca (era il 1992) ebbe un grande riscontro per quanto riguarda la critica ma non vendette molto per colpa di una pessima promozione e rimase sconosciuto ai più, fino a ora. La Vic Records si è presa la briga di riproporre questo bellissimo lavoro e metterlo nelle nostre mani di poveri affamati di cattiveria.
C’è poco da dire in effetti, si tratta di un disco che chi ha saputo andarlo a cercare conosce molto bene. Dischi come questi che vengono ritirati fuori dal cappello fanno riflettere molto su come la musica e in particolar modo il death metal abbia subito cambiamenti sia nel contenuto che nel contenitore. The Christhunt è un disco di un’aggressività immensa, come si confaceva a quei tempi. Oggi questa purezza d’intenzioni non si trova più molto spesso, a meno che non si vada su cose prettamente underground marcie come i Prosanctus Inferi, Triumvir Foul o altri fenomeni del sottobosco mondiale. Basta ascoltare un brano come “Infernal Sights of a Bloody Dawn” per iniziare a concepire un pensiero: ma tutta questa cattiveria, questa severità, dove sono andate a finire? È possibile che con l’avanzare dei metodi di produzione e con la necessità di scrivere musica sempre più complessa pur di non ripetere le cose fatte in passato si sia andati perdendo la vera natura del death metal? Io penso di sì. Me ne rendo sempre più conto, certo si gradisce sempre, ma viene a mancare quello spirito con cui è nato il genere. Ma non siamo certo a fare discorsi di questo tipo perché servirebbe un trattato delle dimensioni del Codex Gigas. Quindi cosa troviamo amo qui? Abbiamo un perla di primi anni novanta in cui tutto quello che contava era la presenza di riff assassini, assoli a motosega, una voce proveniente da una caverna, una sezione ritmica dritta e devastante e un senso melodico malato che non rilassa e non felicita, ma rende il tutto solo più terrificante in contrasto con il resto. Semplicità e furia primordiale.
Cos’altro dire se non che è una preziosa occasione per scoprire o riscoprire una gemma del primo death metal che con tutte le sue imperfezioni si mostra splendida e irraggiungibile? Solo che per chi cerca qualcosa di rimasterizzato o remixato non troverà nulla del genere. È tutto esattamente come era al suo tempo e sinceramente penso che vada benissimo così.
(Vic Records, 2022)
1.Intro – Necrosapiens
2.Hordes of Lucifer
3.Christ Carnage
4.Infernal Sights of a Bloody Dawn (Morbid Rites)
5.Necromagnon
6.The Christhunt
7.Cadavers
8.Unholdin of Hewe
9.God Dethroned