Stjärnfält è un oscuro progetto proveniente dalla Svezia e parto della mente di M. (il nome nella sua interezza non è pervenuto), polistrumentista australiano che a un certo punto della sua vita ha deciso di trasferirsi in Scandinavia. Le lande svedesi e la natura del posto lo hanno ispirato al punto di far nascere in lui la voglia di cercare di rendere in musica la bellezza dei luoghi e le sensazioni provate vivendoli: è dunque così spiegata la genesi della sua seconda fatica, Lapporten.
Black metal atmosferico fortemente influenzato dal depressive e da inserti elettronici: un genere assolutamente saturo, al quale il buon Stjärnfält aggiunge l’ennesimo tassello ahimè non così imprescindibile. La proposta del Nostro sa infatti di già sentito, inutile girarci intorno, e la sua provenienza geografica (prima ancora della Svezia) fa scattare automatici rimandi ai vari Austere, Woods of Desolation, Germ, tutte formazioni provenienti dalla sperduta isola del Pacifico e dedite a sonorità abbastanza simili.
Le quattro tracce che compongono il lavoro sono caratterizzate da un’atmosfera fredda, gelida e vagamente siderale (merito anche degli inserti di synth ed elettronica algidi e tutto sommato godibili); c’è inoltre una certa orecchiabilità di fondo che rende l’ascolto fruibile senza alcuna difficoltà, anche se non sono presenti guizzi particolari che riescono a rendere un pezzo memorabile o comunque distinguibile. “Kebnekaise” è probabilmente il pezzo più rappresentativo del lavoro. Posta in apertura e momento più lungo con i suoi quasi quindici minuti, questa vive di due anime melodiche ben distinte ma allo stesso modo incalzanti e vagamente solari, ariose e in grado effettivamente di adattarsi alle immagini che il titolo può far venire in mente (Kebnekaise è la montagna più alta della Svezia). Il genere gioca molto sulle ripetizioni, sui crescendo e sulla ciclicità, e la lunghezza piuttosto importante di questo brano di certo non lo premia, rischiando alla fine di stancare un po’. Le cose migliorano quando il minutaggio si riduce mantenendo però la dinamicità e il piglio melodico: i brani successivi funzionano in effetti meglio risultando forse più concisi ma non riuscendo comunque a imprimersi più di tanto nella mente dell’ascoltatore.
Stjärnfält cerca di imprimere alle canzoni contenute in Lapporten un taglio sognante, ipnotico, malinconicamente ottimistico (citando le note che accompagnano il promo), e tutto sommato riesce nel suo intento creando un lavoro che gli amanti del depressive black metal e i fan dei gruppi citati in apertura sapranno apprezzare. Come detto non riesce però ad andare oltre, con il risultato che la sua ultima fatica molto probabilmente non riuscirà a farsi ricordare a lungo, finendo presto nel calderone dei dischi carini ma nulla di più.
(Avantgarde Music, 2022)
1. Kebnekaise
2. Bruksleden
3. Polarsken
4. Séracs