Gli Oceansnow sono una realtà che odora ancora di nuovo, anche se si tratta di vecchie conoscenze. Eh sì, perché questo bellissimo e nebbioso Vivienne porta il nome (quale non ci è dato saperlo) di membri di White Nights e Spectral Voice. Se ti si sono drizzate le orecchie allora senti qua…
Avantgarde, lo sappiamo, è sempre molto attenta nei confronti di certe cose e anche questa volta ha fiutato una robetta interessante. Vivienne è un lavoro che mescola black metal e dark ambient, in una miscela di sonorità che ronzano in testa, ma non in maniera fastidiosa. Quello che si va a sentire nel momento in cui un pezzo ipnotico come “Couloir (0)” da inizio all’ascolto è come un tappeto sonoro sui cui appoggiare se stessi, è morbido e spettrale, freddo come la neve, ma avvolgente come una calda coperta. Come si confà a un disco di questo tipo, i suoni non sono curati, la batteria è molto confusionaria e bisogna fare una certa attenzione per distinguere i vari passaggi ritmici, esattamente come in molti altri dischi di questo tipo, i piatti sono più scanditi dei fusti, cosa che rende il tutto molto più inafferrabile. Le chitarre compiono delle vere e proprie magie, in cui tutte le tonalità e sfumature dei colori freddi si mescolano e danno vita a una specie di rasoio che s’insinua nel tuo apparato uditivo e lo sminuzza, ma quando lo fa è piacere assoluto; “Mandragora” e “Vivienne” sono due brani meravigliosi contenenti questo modo così intimo di scrivere le chitarre. La voce rappresenta da sola l’anima comunicatrice di questo bellissimo disco, abbastanza chiara e allo stesso tempo proveniente dalle cime di una catena montuosa, sembra scagliare anatemi a noi povera gente della valle, e io da uomo della valle non posso che esserne felice. Vivienne è un lungo viaggio introspettivo attraverso le alte cime montane e le basse nebbie che rendono quei boschi misteriosi un mondo a parte in cui tutto intorno a te si muove anche se sei completamente solo, vedi ombre fugaci sparire alle tue spalle e sagome rese minimamente nitide solo grazie alla fitta nebbia. Questo viaggio però non è spaventoso, per nulla, semmai è riflessivo, solitario e assolutamente necessario.
Certo sarebbe facile per me dire “questo disco lo consiglio agli amanti di Vinterriket“, certo, farei presto, ma sbaglierei, mettiamola così’, Vivienne è un disco paziente e posato che necessita un ascoltatore paziente e posato (perché altrimenti non potrebbe mai godersi una gemma di ambient come “Astrosporina” che chiude il disco), ancora meglio se questo ascoltatore ha una passione per altre cose di questo tipo come appunto Vinterriket e Vindkast.
(Avantgarde Music, 2022)
1.Couloir (0)
2.Epilog: Felsenmeere
3.Shavano Equitation
4.Mandragora
5.Alluvium & Illuvium
6.Vivienne
7.Astrosporina