Gli Ashenspire sono una band davvero molto giovane, a cui piace sperimentare e che ha marchiato a fuoco nella sua proposta musicale una buona dose di attivismo politico in chiave decisamente anticapitalista e antifascista. Formati nel 2013 a Glasgow e forti di un buon disco d’esordio, Speak Not of the Laudanum Quandary, gli Ashenspire sono riusciti a farsi strada gradualmente nel mondo del black metal atmosferico e d’avanguardia, arrivando ad andare in tour con band come A Forest of Stars, Ash Borer, Code e altri. Conscio di avere ancor molto da dire, il quartetto scozzese torna a farsi sentire con Hostile Architecture, edito per la nostrana Code666.
Hostile Architecture continua nel percorso già segnato dal disco precedente, aumentando ancora di più l’atmosfera e la commistione tra avant-garde jazz e black metal, avvicinando sempre di più i massicci riff alle trame di violino, dando al suono un tocco più claustrofobico. Le influenze che si possono sentire sono davvero tantissime e molto accavallate le une con le altre, attingendo appieno dalle lezioni di Dødheimsgard e If Nothing Is. Oltre a queste vicinanze alle band citate, gli Ashenspire si lanciano in un groviglio di generi quanto mai intricato e ostico per l’ascoltatore, includendo arrangiamenti neo-classicheggianti e passaggi più barocchi, dando pieno sfogo alla voce di Alasdair Dunn, intento quasi ad impersonificare un quanto mai improbabile David Tibet che si cimenta nel black metal. Le vocals, ci tengo a sottolinearlo, sono davvero molto potenti ed evocative, facendo largo uso (ma in modo sapiente) del Sprechgesang, uno stile di canto tedesco, un po’ parlato un po’ cantato, ampiamente usato nell’opera Pierrot Lunaire. Se a questo ci aggiungete delle meravigliose linee di sax, avete confezionato un oggetto indefinibile e stupendo allo stesso modo.
In buona sostanza, questo Hostile Architecture può essere una delle rivelazioni black metal (ma non solo) dell’anno, o comunque uno di questi che sicuramente non ci si aspetta. Avendo completamente abbandonato e rifiutato il concetto stesso di standard compositivi e quadratura musicale, gli Ashenspire sono diventati una band di assoluto livello nel panorama estremo europeo, ma che purtroppo non riceve indietro tutta la visibilità di cui avrebbe bisogno.
(Code666, 2022)
1. The Law of Asbestos
2. Béton Brut
3. Plattenbau Persephone Praxis
4. How the Mighty Have Vision
5. Tragic Heroin
6. Apathy as Arsenic Lethargy as Lead
7. Palimpsest
8. Cable Street Again