A distanza di quasi quattro anni da Moth’s Illusion e da appena due dal debutto solista a firma Lys, tornano i piemontesi Enisum con un nuovo capitolo della loro discografia, Forgotten Mountains. Da un punto di vista prettamente stilistico poco è cambiato rispetto al lavoro del 2019: al black metal atmosferico, di stampo naturalistico e “Cascadiano”, si sono aggiunti pian piano alcuni elementi che il gruppo riprende anche con questo lavoro, ossia uno spiccato dinamismo e una propensione maggiore nei confronti dell’orecchiabilità che si traduce in aperture acustiche impiegate in maniera sapiente e in un’attitudine melodica incline al grunge, che detta così stona un po’ ma basta ascoltare il cantato di Lys (o il suo debutto omonimo) per capire a cosa ci riferiamo.
Con le prime due tracce “Where You Live Again” e la titletrack ci troviamo immediatamente catapultati nei territori cari agli Enisum, tra i fitti boschi di una natura incontaminata e rigogliosa: i pezzi di fatto calcano esattamente le impronte delle ultime produzioni, con la seconda canzone che pare addirittura essere una diretta continuazione della prima tale è la somiglianza di atmosfere e riff. Un inizio tutto sommato un po’ in sordina, che per fortuna viene ampiamente bilanciato dalle tracce successive nelle quali emergono le novità introdotte recentemente in casa Enisum, ossia il clean graffiante e “grungy”, le malinconiche chitarre acustiche e le atmosfere fredde certo, ma a tratti toccanti e nostalgiche. Sono proprio il freddo e l’inverno ad essere i protagonisti di Forgotten Mountains: il feeling generale che scaturisce dai solchi di questo lavoro, supportato dagli algidi toni della copertina, è perfettamente rappresentato da questi otto brani, con alcune menzioni in particolare. Stiamo parlando di “Woods of Sorrow”, dal riff quasi depressive che rimanda a certe cose fatte in casa Aureole, di “Nothing”, figlia diretta dell’album di debutto a firma Lys, e soprattutto di “Galaverna”, un brano che parte tutto sommato convenzionale salvo poi sfociare in una seconda parte inedita per i piemontesi in quanto a dinamismo e a soluzioni messe in atto (il riff portante in questa metà è quanto di più emozionante abbiano composto i Nostri finora). “Pure Sadness”, penultima canzone, continua con i fortunati esperimenti tentati con il pezzo precedente, e anche stavolta abbiamo a che fare con un brano dinamico e fresco, abbastanza particolare nel panorama musicale dei piemontesi.
Riassumendo, cosa aspettarsi dal nuovo lavoro degli Enisum? Conferme e recuperi di sonorità pregresse (da Moth’s Illusion e Lys) che in qualche caso sfociano nell’auto-plagio, ma allo stesso tempo alcuni esperimenti azzeccati e in generale una parte centrale forte, coinvolgente e trascinante che risolleva ampiamente le sorti di un album minato solo in piccola parte da tre momenti musicali fuori fuoco. La strada da percorrere adesso, se i ragazzi desiderano fare un piccolo passo in avanti, è probabilmente quella dell’osare e dell’andare ancora oltre i riff e le atmosfere che ormai sono diventati il loro marchio di fabbrica. All’opposto se il prossimo lavoro continuerà ad insistere sul recupero delle sonorità passate potrebbe generare un senso di “deja-vu” e di monotonia nell’ascoltatore, che si troverebbe a ripercorrere sentieri sonori già ampiamente battuti e che ormai non stupiscono più come in passato. Ma intanto godiamoci questo Forgotten Mountains, che per fortuna è uscito nella stagione che più gli si addice e che meglio ne risalta le doti.
(Avantgarde Music, 2023)
1. Where You Live Again
2. Forgotten Mountains
3. Night Forest
4. Woods Of Sorrow
5. Nothing
6. Galaverna
7. Pure Sadness
8. The Wind Smells Of You