Dei Locrian avevamo perso le tracce nel 2022 con la pubblicazione di New Catastrophism, album che aveva sancito il loro passaggio alla Profound Lore dopo l’esperienza con la Relapse. Discorso a parte meriterebbe l’EP dell’inverno scorso, Solar Lodge, incentrato sulla loro rivisitazione del brano dei Coil, ma, essendo quest’ultimo un episodio a sé stante che considero irrilevante nell’analisi della loro carriera artistica, possiamo passare oltre, fingendo che non sia esistito.
Li ritroviamo oggi, 2024, alle prese con la pubblicazione del loro ultimo lavoro, End Terrain, episodio che traccia un solco rispetto al passato più recente, mostrando una band che prosegue imperterrita nel suo percorso di ricerca musicale ai confini dell’estremismo sonoro, ma indirizzandosi verso un qualcosa che guarda molto di più alla “forma canzone”, con la conseguenza di risultare molto più facilmente fruibile. Concettualmente End Terrain è un concept album che guarda ad un futuro distopico in cui, su un pianeta condannato a morte, le nuove generazioni dichiarano guerra ai loro genitori, responsabili del declino e dell’incuria.
Locrian è un nome che (nonostante la parziale retromarcia rispetto ad un passato fatto di intransigenza sonora) possiamo ancora annoverare tra quelli in grado di far sanguinare le nostre orecchie, grazie ad un approccio e una capacità compositiva ed esecutiva di primissimo piano. Non sarà facile e immediato assorbire la sterzata sonora del trio, ma è un passo che consideriamo necessario, anche solo per non ristagnare nella comodità di suoni ormai consolidati, e quindi potenzialmente, innocui.
(Profound Lore Records, 2024)
1. Chronoscapes
2. Utopias
3. Umwelt
4. The World Is Gone, There Is No World
5. Excarnate Light
6. Black Prisims Of Our Dead Age
7. Innenwelt
8. In The Throes Of Petrification
9. After Extinction